Bruciati o abbattuti diversi ripetitori con tecnologia 5G con l’ipotesi che possano causare cancro, anomalie genetiche o diffondere il coronavirus.
Una cospirazione che collega il 5G e il coronavirus si è fortemente affermata nel Regno Unito e viene diffusa sempre di più dalla popolazione sui social media. Le preoccupazioni sarebbero legate alle alte frequenze (preoccupazioni più che lecite), nell’ordine dei GHz, che verrebbero utilizzate dalla nuova tecnologia. Tuttavia si tratta di onde nell’ordine delle radiofrequenze, già utilizzate e studiate da fine Ottocento. Siamo quindi già immersi in queste frequenze, semplicemente la novità del 5G è quella di aver introdotto un nuovo metodo di compressione dei dati che permette di utilizzarle per trasmettere informazioni più velocemente.
La comunità scientifica nel suo complesso è comunque concorde nello screditare la presunta correlazione tra la diffusione del virus e l’installazione di antenne per il 5G. Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Luc Montagnier, 87enne francese insignito del premio Nobel nel 2008 per aver partecipato alla scoperta del virus dell’HIV. Montaigner non è nuovo ad affermazioni complottistiche considerate quasi unanimemente prive di valore scientifico: ha espresso opinioni screditate sull’omeopatia, sui vaccini, sul valore terapeutico della papaya, e perfino sull’HIV da lui scoperto. Per quanto riguarda il coronavirus, secondo le sue dichiarazioni, si sarebbe diffuso grazie alle frequenze del 5G.
La teoria della cospirazione e le sue varie derivazioni sono prive di fondamento, ma hanno portato a danni nel mondo reale, con oltre 50 incendi dolosi su ripetitori solo nel territorio britannico. Le preoccupazioni nei confronti del 5G non nascono solo con la pandemia di coronavirus, ma risalgono almeno al 2017, quando alcuni scienziati presentarono un appello all’Unione Europea riguardo il possibile aumento di esposizione alle radiazioni elettromagnetiche causato dai nuovi impianti. Ad essa erano seguite fake news di ogni tipo, prive di sostegno scientifico come quella secondo cui il 5G avrebbe ucciso gli uccelli o causato anomalie fisiche nella popolazione.
Altra conseguenza per la diffusione della rete 5G ha portato rapidamente alla creazione di due distinte scuole di pensiero inerenti la connessione fra antenne di 5G e l’abbattimento di alberi. In particolare, qualcuno si sta chiedendo per quale motivo venga sottratto verde pubblico anche durante la pandemia del coronavirus. Esiste un’importante quantità di informazioni che spiega come le nuove antenne non avrebbero bisogno di “campo libero” per poter funzionare correttamente in quanto la struttura tecnologica del 5G riuscirebbe ad ovviare tranquillamente alla massiccia presenza di alberi. Gli esperti avrebbero dichiarato che “la rete 5G è costituita da piccole celle molto vicine fra di loro, le quali renderanno più facile il loro collegamento”.
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