Vengono sfruttate le paure che le persone stanno vivendo durante la pandemia per indurre ad acquistare oggetti.
“Stanno sfruttando la paura, l’incertezza e il dubbio che le persone stanno vivendo durante la pandemia e usano l’ansia e la disperazione per indurre le persone a comprare cose o fare clic su cose che altrimenti non avrebbero”, afferma Morgan Wright, ex consigliere senior al programma di assistenza antiterrorismo del Dipartimento di Stato americano.
Wright, che ora è il principale consigliere per la sicurezza della società di software SentinelOne, insegnava agli analisti comportamentali presso la National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti sullo sfruttamento del comportamento umano.
Morgan Wright sta ora analizzando alcune di quelle tecniche utilizzate nel dark web, una parte crittografata di Internet a cui è possibile accedere utilizzando un browser come Tor.
Il browser Tor è incentrato sulla privacy, il che significa che può oscurare chi lo sta utilizzando e quali dati sono accessibili. Offre ai malintenzionati un modo per operare con un certo grado di impunità, poiché le forze dell’ordine trovano molto più difficile rintracciare i criminali che lo usano.
Cos’è Tor?
Tor è un acronimo di The Onion Router ed è stato originariamente progettato dal US Naval Research Laboratory e continua a ricevere finanziamenti dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Il browser tenta di nascondere la posizione e l’identità di una persona inviando dati attraverso Internet attraverso un percorso molto tortuoso che coinvolge diversi “nodi” che, in questo contesto, significa utilizzare PC e server di volontari come punti di connessione. Al sito web che alla fine riceve la richiesta, sembra che il traffico di dati provenga dall’ultimo computer della catena, noto come “nodo di uscita” piuttosto che dalla persona responsabile.
Dall’inizio della pandemia globale, i mercati del dark web hanno visto un aumento dei prodotti e servizi correlati a Covid-19 come mascherine, abiti, guanti e la clorochina N95. Il mese scorso, la società di software di sicurezza IntSights ha scoperto che il sangue apparentemente appartenente a pazienti affetti da coronavirus guarito veniva addirittura messo in vendita.
I cybercriminali sperano che un forte senso di paura farà correre le persone ad acquistare questi prodotti e, di conseguenza, questi articoli non sono economici; un rapporto dell’Australian Institute of Criminology ha rilevato che un falso vaccino veniva venduto per circa 300 euro, mentre uno presumibilmente proveniente dalla Cina veniva venduto ad un prezzo tra gli 8 e 12000 euro!
Uno dei motivi dell’aumento di tali vendite potrebbe essere dovuto al fatto che molti truffatori devono abbandonare i loro normali metodi di guadagno sul dark web, come la vendita di voli falsi prenotati utilizzando aeromobili rubati, perché queste industrie sono attualmente inattive.
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